Da una parte la lentezza, l’immobilità, la fatica, il ritmo affannato del respiro, gli occhi stanchi che cercano conforto, la voce fioca e appena percettibile.
Sono protagonisti il suono dei macchinari, quello delle voci in lontananza, i passi incessanti
del personale.
Dall'altra il movimento continuo, veloce, occhi vispi che cercano continui stimoli, a volte sorpresi. Facce sorridenti o spaesate che incontrano oggetti o che vivono le loro prime
esperienze. Scarpine leggere e vestiti comodi che scattano da una parte all’altra della stanza.
Sono protagonisti il suono acuto delle vocine che esprimono emozioni, i suoni ritmici dei passettini corti e leggeri, i suoni dei nasini pieni di catarro che non si riescono a liberare.
Eppure queste due esperienze così apparentemente opposte hanno una cosa molto profonda in comune: l'attaccamento alla vita.
Quell'energia arcaica che ci appartiene e che si manifesta a qualunque età. Quel desiderio profondo di comunicare, di vicinanza umana e di amore che la musicoterapia riesce a cogliere in profondità grazie al potere comunicativo del suono e della musica.
Grate di questa profonda e umana esperienza.
Rita Calderara e Barbara Venturi, musicoterapiste del Progetto N.O.I.
Per qualsiasi informazione non esitare a scriverci compilando questo modulo.