Fermati un momento, caro animatore. Prenditi un attimo e guardati intorno. Annusa l'aria. Gioisci di quest'armonia che hai fatto di tutto per creare. Dai su, ogni tanto ci si può fare i complimenti anche da soli.
Sui tavoli boccette di smalto, gomitoli, fogli colorati…
Tutte quelle signore che si fanno belle e poi, più in là, le sveltissime sartine all'uncinetto, i concentratissimi pittori e, infine le ciacoline. Chi sono le ciacoline? Beh, le ciacoline sono quelle che chiacchierano e basta. Tipo Anna, una che di se stessa dice: “Ho il sedere grosso e la lingua lunga”.
Che personaggio Anna! Adesso è li che racconta di sua madre che non voleva mai farla uscire: “E io le dicevo, mamma, ma io mica sono una suora, se volevi una figlia suora dovevi sposarti un prete”.
Ecco lì Carla, tra un po' chiederà di sicuro una canzone, magari quella che comincia con “Partirono le rondini dal mio paese freddo e senza sole”, quindi (uno) canterà un pochino e (due) si metterà a raccontare di quando a scuola era innamorata del professore di matematica: “Era così bello che mi son messa a copiare ai compiti in classe, lui mi dava otto ma poi mi diceva: questa non è farina del tuo sacco”.
E comunque adesso è seduta vicino a Claudio, uno che tutti ormai chiamano “il pittore”. “Di che colore lo faccio questo fiore”, gli chiede. E lui paziente, anzi pazientissimo risponde “di un azzurrino viola violino”. “Ah Claudio, se lo scoprivi prima di essere un pittore adesso eri come Picasso”.
Intanto nella zona “centro estetico” la mia magnifica collega tiene banco. Sento che si parla di mariti, di ricette, di vestiti, di baci al chiar di luna. Io chiudo gli occhi e mi sembra di tornare a quando ero piccolo ed entravo per un attimo dalla parrucchiera per vedere se mia madre aveva finito.
Più in là anche il reparto sferruzzamento va alla grande, Angela è alle prese con un gomitolo che è il doppio di lei e i colpi di uncinetto volano nell'aria. A sorvegliare il tutto c'è Iolanda, armata di necessaire e buoni consigli per le amiche più inesperte.
Beh, caro animatore, adesso basta guardare, l'aria l'hai annusata abbastanza. È ora di “aprire il bar Venturini”, tè e succo per tutti. Poi una volta finita la pausa idrica potrai tirar fuori i palloncini e cercar di strappare un sorriso alle persone con meno risorse. Un palloncino fa miracoli.
Non pensate però che l'animazione sia un villaggio vacanze. Sempre allegri, sempre sorridenti, sempre in forma. Noi accettiamo anche la tristezza, anche la malinconia. E mi viene in mente la Giovanna, un dialogo con lei che porterò sempre nel cuore.
Era quasi mezzogiorno.
"Hai fame Giovanna?”
“No” (pausa) “Non ho mai fame” (Pausa) “Non ho mai fame e muoio di fame”.
Montale, Ungaretti, Quasimodo non siete nessuno…
Gli animatori della CRA Venturini
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