Quanto sono sociali i social?

La storia di social network inizia nel 1997 (per il mondo di internet si tratta di “secoli”), quando uno statunitense di nome “Ellison” lancia il sito SixDegrees.com, l'obiettivo del primo social network era quello di creare delle relazioni fra persone.

“I social media rappresentano fondamentalmente un cambiamento nel modo in cui la gente legge, apprende e condivide informazioni e contenuti. Con i social media cambia radicalmente il modello di comunicazione tipico dei media tradizionali (radio, stampa, televisione): il messaggio non è più del tipo "da uno a molti" ( cioè prevalentemente monodirezionale, dal broadcaster al suo pubblico), ma di tipo "peer": più emittenti, alto livello di interazione. Questo cambio di modello comunicativo può portare a una democratizzazione dell'informazione, trasformando le persone da "mere" fruitrici di contenuti, ad editori esse stesse.”

Ma la democratizzazione dell'informazione ha necessariamente un valore sociale positivo?

I social network sono delle “ piazze virtuali” in cui le persone si incontrano e con facilità ed immediatezza possono entrare in contatto e, più o meno consapevolmente, offrire informazioni personali.

Come nella vita reale, ma in modo meno filtrato e controllato, può accadere di imbattersi con persone che commettono reati. Passando quindi da fruitori di un canale comunicativo a vittime di un reato.

I reati principali sono i furti di identità, le ingiurie e le diffamazioni, la pubblicazione non autorizzata di immagini di minori, il non rispetto dei diritti di copyright, ma anche le molestie e lo stalking e le truffe.
Talvolta, nel mondo dei giovani e dei giovanissimi, vengono commessi reati di bullismo.
Spesso gli autori dei reati utilizzano profili falsi, chiamati “ fake” per depistare gli interlocutori sula propria reale identità.

Cosa fare se si rimane vittima di uno di questi reati? Sicuramente è necessario contattare la Polizia Postale e conservare la documentazione ( testi, immagini, audio, chat) che attesti l'ipotesi di reato.
Esistono dei progetti che hanno l'obiettivo di educare alla tolleranza, a cominciare dall'uso della comunicazione e del linguaggio.

Un progetto importante che è nato in Europa riguarda la lotta all'odio ed all'intolleranza sul web e si chiama “ NO HATE SPEECH MOVIMENT” : l'obiettivo di questo progetto è quello di sensibilizzare i giovani verso i fenomeni di razzismo e discriminazione. (nohatespeech.it)

Un altro progetto interessante è “ Contro l'Odio” . I suoi obiettivi principali sono: mappare la rete dell'odio sul web, sensibilizzare le persone ad una “ comunicazione responsabile” e raccontare progetti e realtà che in Italia promuovono la cultura della tolleranza. (controlodio.it)

Simona Landi
Responsabile Comunicazione Seacoop

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  • 14 Gennaio 2025
    Seacoop Società Cooperativa Sociale 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐄𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐏𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐒𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐑𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭à. - Sede di lavoro: Imola (BO). - Requisiti del profilo ideale: laurea Classe L19 Scienze dell'Educazione oppure Qualifica di Educatore da 60CFU, esperienza nel ruolo, ottime capacità di relazione con utenti, colleghi e familiari, patente B e disponibilità auto, disponibilità a lavorare anche nei festivi se necessario. Necessaria iscrizione albo professionale educatori. - Si offre contratto Full Time ( 38 ore settimanali ) inizialmente a tempo Determinato con finalità di stabilizzazione a tempo Indeterminato, livello D2 CCNL cooperative sociali. Per candidarsi invitiamo a completare la candidatura sul portale "Lavora con noi" nel nostro sito: https://www.seacoop.coop/lavora-con-noi/ Ai sensi della normativa vigente l'offerta di lavoro si intende estesa a entrambi i sessi (L. 903/77) - Contratto di lavoro: Tempo pieno, Tempo indeterminato - Retribuzione: €1.450,00 - €1.600,00 al mese - Benefit: Supporto allo sviluppo professionale - Disponibilità: Turni - Retribuzione supplementare: Maggiorazione lavoro festivo Tredicesima - Istruzione: Laurea triennale - Esperienza: educatore: 3 anni
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