Psicoterapia e cura di sé

Fin dagli anni '50 del secolo scorso, il tema riguardante la dimostrazione scientifica dell'efficacia della psicoterapia ha visto tentativi operati da detrattori e sostenitori per avvalorare la propria tesi.

Studi e ricerche per validare i diversi tipi di approccio

Stante la difficoltà di giungere a protocolli e disegni sperimentali che garantiscano un accordo sufficiente sulle variabili intervenienti nel processo psicoterapico e sulla standardizzazione delle misurazioni, nel corso del tempo entrambe le tesi sono state sostenute da ricerche che hanno dato esiti opposti.

Negli ultimi decenni, sia per ragioni scientifiche, sia per ragioni pragmatiche, si stanno susseguendo protocolli di validazione e tentativi di misurazione di efficacia di singole tecniche psicoterapiche, spesso anche in connessione a singole aree diagnostiche. Ci si sta chiedendo quindi quali tecniche (e/o approcci) riescono ad avere migliori evidenze di efficacia rispetto ai disturbi d'ansia, o alla depressione, o al Disturbo Post Traumatico da Stress, o ad altra categoria diagnostica.

Tali ricerche, da un lato mi paiono doverose, dall'altro possono rischiare di polverizzare la concezione di processo psicoterapico e di limitare l'analisi a categorie più solidamente misurabili, se non vengono stabiliti i confini di validità e significanza delle stesse.

I risultati di una ricerca "dal passato"

Ricordo di aver letto, durante i miei studi di psicologia, i risultati di un'importante ricerca (ormai abbastanza datata) sull'efficacia della psicoterapia. La ricerca era approfondita, perché si basava non solo su valutazioni a inizio e fine trattamento, ma prevedeva anche dei follow-up successivi (studio longitudinale).
Ebbene, in estrema sintesi, tale ricerca portava alle seguenti conclusioni:
 

  1. la psicoterapia risultava significativamente efficace, ovvero persone che non avevano ricevuto nessun tipo di trattamento psicoterapico risultavano statisticamente in condizioni di maggiore disagio rispetto a persone trattate.
  2. l'efficacia della psicoterapia risultava sostanzialmente indipendente dall'approccio (indirizzo specifico dello psicoterapeuta) dell'intervento.
  3. il miglioramento registrato da persone che avevano affrontato un percorso di psicoterapia, in base anche a follow-up successivi, era confrontabile con il miglioramento registrato da persone che avevano avuto a disposizione reti amicali e di “sostegno intimo-sociale”

Basandosi su questi elementi, ricordo che un mio compagno di studi azzardò un'interpretazione ingenua ed istintiva: "Dunque la psicoterapia è indicata solo per chi non ha buoni amici a disposizione".

"Al centro della psicoterapia va messa la relazione"

Oggi, a distanza di tanti anni e dopo molti anni di studio e pratica di lavoro in ambito psicologico, mi sembra di poter affermare che il mio compagno si sbagliava, ma aveva comunque evidenziato un aspetto fondamentale, attualmente accettato dalla maggior parte degli indirizzi psicoterapeutici: al centro del processo psicoterapeutico va messa la relazione.

A seconda dei diversi approcci, il terapeuta lavora su schemi cognitivi ed emotivi del paziente, sui condizionamenti, sulle strutture inconsce (complessi, subpersonalità) e sulle dinamiche interiori (specie quelle disfunzionali e coattive), su eventuali traumi recenti o infantili, sugli effetti dell'ambiente familiare o su specifiche figure e modalità di “attaccamento”, sui legami disfunzionali e sull'analisi della comunicazione, sulle correlazioni fra diverse funzioni psichiche (istintiva, emotiva, cognitiva, creativa/immaginativa, sensoriale, intuitiva), sulla percezione e modalità di “costruzione” del mondo e dell'esperienza, sui conflitti esistenziali, i bisogni, le motivazioni profonde e sulle spinte autorealizzative, solo per declinare alcuni esempi.

Ovviamente la lista potrebbe proseguire per molte pagine, poiché tante sono le dimensioni individuate, teorizzate e coinvolte nel processo terapeutico. Quello che si vuole evidenziare è che l'ambito, il “campo energetico”, che veicola e collega gli elementi che strutturano via via il processo terapeutico è sempre e comunque la relazione.

Fin dalla nascita delle prime società umane, la relazione è ciò che ci ha permesso di crescere, sopravvivere ed evolvere, sia come specie sia come individui.

L'uomo come “animale sociale”, descritto da Socrate.

A ben guardare, anche la nostra interiorità è popolata di personaggi interni, quando pensiamo spesso “parliamo con noi stessi”. Molti di noi sono consapevoli di diverse porzioni e tendenze della propria personalità, spesso anche in disaccordo o aperto conflitto.

Nello spazio terapeutico, si ha la possibilità di agire e trasformare le dimensioni che strutturano la nostra personalità, grazie all'atmosfera di fiducia, di ascolto partecipato ed empatico ed anche alla presenza non giudicante alla quale dovrebbe tendere il terapeuta.

Possiamo quindi meglio contattare le nostre parti c.d. “disfunzionali” o male integrate della nostra personalità, scoprire gli aspetti più funzionali e addirittura i talenti che sentiamo di possedere.

In base alle motivazioni emergenti, possiamo quindi decidere di spostare elementi della nostra vita interiore ed esteriore, diventare più consapevoli, fiduciosi, a volte anche più coraggiosi, ma al tempo stesso scoprire i nostri limiti (diventare cioè umili – dove “umiltà” è intesa come radicamento e appropriata misura di sé, non come disvalore), fare pace con la nostra concezione del tempo e della vita.

I bisogni di ognuno di noi

Alcuni di noi hanno bisogno di ricontattare i propri desideri, per tornare a volare, altri si portano zaini pesantissimi colmi di colpe antichissime e spesso sopravvalutate, scadute o persino inesistenti, altri sono sfiduciati o timorosi. Ed anche in questo caso l'elenco potrebbe allungarsi per pagine e pagine.

Sono convinto che fin da subito, nell'ambito di un percorso terapeutico, sia fondamentale trattare il tema della cura di sé, partendo dalla scoperta (in alcuni casi molto faticosa) di ciò che la persona ama, ciò che la fa sentire libera e contenta. Per qualcuno potrebbe essere dipingere o scrivere, per altri passeggiare senza meta o praticare uno sport, per altri studiare, progettare un nuovo lavoro o un hobby, per altri realizzare sogni dimenticati nel cassetto, e così via.

Anche i “compiti” che vengono talvolta affidati ai clienti/pazienti, durante il percorso, sono fondamentali in questo senso. La persona viene stimolata ad occuparsi di sé, fin dalle fasi iniziali, a contribuire attivamente, anche al di fuori della seduta, alla propria terapia.

Ristabilire un rapporto accogliente, amorevole e stimolante con sé stessi è centrale per tutti, è un elemento fondamentale nella ricerca di felicità ed equilibrio interiore.

Spesso capita invece che ci trascuriamo, colti da una frenesia insensata (ma diffusa, purtroppo) oppure anche sulla scorta di esempi familiari (veri e propri “imprinting”) impostati sulla rinuncia e sul sacrificio malinteso.

Riappropriarsi di sé

Anche il mondo delle nostre relazioni beneficia di un nostro “riappropriarci” di noi stessi, della nostra attenzione a noi stessi ed alla nostra vita. Infatti quanto più ci trascuriamo, tanto più tendiamo a spostare (anche inconsapevolmente) l'attenzione al di fuori di noi, aspettandoci risposte e risarcimenti impossibili dagli altri o dalle nostre realizzazioni materiali (una promozione, un bel voto a scuola o qualsiasi obiettivo raggiunto).

In realtà solo noi possiamo curare in profondità la nostra persona, gli altri, le nostre relazioni, possono essere il coronamento della nostra vita (perché, come ricordato prima, da umani, tendiamo verso l'altro), ma sicuramente, anche la cura della persona più amorevole e amata, non può sostituirsi alla cura di cui noi necessitiamo da parte di noi stessi.

Quando, durante il percorso terapeutico, emerge (o ri-emerge) tale attitudine nella persona e trova spazio nella vita quotidiana, ecco che si avverte, solitamente da parte di entrambi (cliente/paziente e terapeuta), uno degli indicatori prognostici più favorevoli.


Davide Fuzzi - responsabile AnimaéPsiche Seacoop

Torna alle pillole
Richiesta informazioni

Per qualsiasi informazione non esitare a scriverci compilando questo modulo.

Nome *
Cognome *
Telefono *
Email *
Messaggio *
Dai nostri social
  • 11 Febbraio 2025
    𝐈 𝐕𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐫𝐚 "𝐕𝐞𝐧𝐭𝐮𝐫𝐢𝐧𝐢"🎤👵🧓 Un grazie di cuore ai “Vecchioni di Mariele” per averci regalato un pomeriggio pieno di emozioni, ricordando il tempo passato a suon di 44 gatti, il caffè della Peppina, il Valzer del moscerino….😀🙏 Testimonianze Musicali
    Leggi il post
  • 10 Febbraio 2025
    𝐋'𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐚𝐛𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 🫂🫶 Durante la quotidianità non può mai mancare un affettuoso abbraccio ad una delle nostre operatrici della comunità alloggio "Via Sangiorgi"🥰
    Leggi il post
  • 7 Febbraio 2025
    𝟕 𝐟𝐞𝐛𝐛𝐫𝐚𝐢𝐨 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐚𝐥𝐳𝐢𝐧𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢 🧦🧦 Una giornata per ricordare i valori dell'inclusione, dell'accettazione e del rispetto delle differenze🤲 È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. (Luis Sepulveda)
    Leggi il post
  • 6 Febbraio 2025
    𝐔𝐧𝐚 𝐭𝐨𝐦𝐛𝐨𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐫𝐚 "𝐕𝐞𝐧𝐭𝐮𝐫𝐢𝐧𝐢" 🎲👵👵 Un ringraziamento speciale a Silvia della ditta Silflex per il dono di queste bellissime buste che abbiamo utilizzato come premi alle signore nella nostra tombola! 🙏
    Leggi il post
  • 5 Febbraio 2025
    👶👧 Primo appuntamento della rubrica «Consigli per genitori (im)perfetti». 📍 Oggi parliamo dei capricci dei bambini: come riconoscerli e come gestirli per trasformarli in un momento relazionale significativo 📰 La rubrica è pubblicata sul settimanale «sabato sera» del 16 gennaio Spaccio pannolini Imola #infanzia #consiglipergenitorimperfetti #capricci #adv
    Leggi il post
  • 5 Febbraio 2025
    La scuola è il contesto ideale dove poter implementare progetti di ascolto poiché permette di intercettare e coinvolgere, oltre ai giovani, anche gli adulti di riferimento fondamentali per la loro crescita. ASCOLTIAMOCI è il progetto che ci permetterà in sinergia con Istituto Comprensivo n.7 di Imola e la cooperativa sociale Il Sorriso di lavorare sulla prevenzione del disagio psico-sociale tra i giovani. Grazie a Fondazione Cassa di Risparmio di Imola tutto questo è possibile.
    Leggi il post
  • 4 Febbraio 2025
    Lavorare nel sociale è prima di tutto mettere le persone al centro. Prendersi cura di loro in una parte del loro percorso di vita, che sia da bambini, adulti o anziani. E' un lavoro quotidiano fatto di piccoli e grandi gesti ed attenzioni volti a tutelare e sostenere il benessere di ogni persona. Oggi vogliamo condividere con voi alcune parole di una famiglia che ci ha affidato un congiunto alla Cra "Venturini". Parole che ci riempiono il cuore e che, soprattutto, ci confermano l'importanza del nostro lavoro.🙏 "𝑷𝒐𝒓𝒈𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒊 𝒑𝒊ù 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒕𝒊 𝒓𝒊𝒏𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒍'𝒊𝒎𝒑𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒅 𝒂𝒔𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒐𝒕𝒊𝒅𝒊𝒂𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒍𝒂 𝒏𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒎𝒂𝒎𝒎𝒂. 𝑼𝒏 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒓𝒆𝒔𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊𝒕à 𝒎𝒂 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒎𝒂𝒏𝒊𝒕à 𝒆 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒊𝒍𝒆𝒛𝒛𝒂. 𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒎𝒎𝒂, 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒂 𝑽𝒐𝒊, 𝒉𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒖𝒕𝒐 𝒗𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒊𝒈𝒏𝒊𝒕𝒐𝒔𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒍'𝒖𝒍𝒕𝒊𝒎𝒐 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒐𝒅𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒆𝒏𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒊𝒏 𝒇𝒐𝒏𝒅𝒐."
    Leggi il post