Cara educatrice,
ti vorrei parlare di me perché anche se sei molto brava, alcune cose ancora non le sai.
Adesso te le racconto.
Per cominciare ti dirò che il centro diurno mi piace moltissimo, soprattutto il pianoforte e la stanza dove posso usare tutti gli strumenti che voglio: la palla rossa, lo xilofono, il canestro, i lego, i cerchi da incastrare. E posso anche ballare la musica che mi piace tanto.
Forse hai capito che il rosso è il mio colore preferito, ci hai messo un pò di tempo ma alla fine ci sei riuscita! Brava!
Mi piacciono molto i compagni con cui faccio le passeggiate, alcuni di loro mi fanno delle carezze e mi salutano sempre quando arrivo la mattina e prima di andare a casa. Mi piace il parco che c'è intorno al centro e i bambini che corrono fuori quando c'è il sole. Mi piace sedermi a ora di pranzo al mio posto dove c'è sempre la mia foto. Mi piace sapere quando sta arrivando il pulmino che mi riporta a casa dove mi aspetta la mamma.
Detto questo, sempre considerato che sei molto brava e anche abbastanza simpatica, ti vorrei far notare che alcune cose dovresti proprio cambiarle. Ti faccio degli esempi così mi spiego meglio.
Prendiamo le cose che faccio durante la giornata, che tu chiami le “routine” a partire dal momento in cui arrivo al centro:
Tu: colazione
Io: questa la possiamo lasciare così perché mi piace molto ma aggiungerei più cioccolato a tutto;
Tu: attività insieme a te con incastri, oggetti che fanno rumore, tempere e pennarelli, giochi nella stanza o con altri compagni, uscita all'aperto
Io: ascoltare sempre musica e ballare, fare un pisolino, lanciare gli oggetti che fanno rumore per terra (altrimenti come si fa a sentire bene il rumore?) o ancora meglio fuori dalla finestra, altro pisolino, le ultime due si possono lasciare perché sono le mie preferite;
Tu: pranzo con cibo noioso tipo pasta, verdure o carne ma senza ketchup o maionese, frutta, ogni tanto il dolce
Io: a rotazione potresti proporre pizza, hamburger e patatine fritte, verdure no grazie, per il dolce potresti procurarmi del gelato o crepes alla nutella;
Tu: giochi con acqua per lavare le mani, attività con musica rilassante e saluto prima di andare a casa
Io: gavettone libero soprattutto diretto a te, rotolamenti nell'erba del giardino specialmente se è bagnata, pisolino non se ne parla neanche, quando ci salutiamo mi piace perché un pochino mi manchi quando sono a casa, quindi quello lo possiamo lasciare.
Per il resto non ho obiezioni; anzi visto che io non parlo mi piacciono molto le foto e le immagini che teniamo dentro una scatola da dove posso prenderle e farti capire cosa voglio dire; alla fine mi piace anche la routine perché mi fa rilassare sapere cosa farò senza avere troppe sorprese. Però facciamo un patto: io accetto le attività e tutto, e in cambio tu provvedi a inserire tutti i giorni le patatine fritte nel mio menù. Mi raccomando le patatine fritte!
Ascoltare le persone con disabilità, anche quando non parlano, è una cosa possibile e non solo per gli operatori sociali che lavorano all'interno dei servizi, ma per chiunque lo voglia fare. La disabilità non è un universo a parte. È il nostro mondo, è il mondo di tutti.
Erica Campisi, Coordinatrice centro diurno per disabili “Ali Blu”
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