Lo spettacolo della psicomotricità

“Benvenuto, benvenuta… Vi stavo aspettando! Questo posto l'ho pensato per voi.”

Chi vuole può entrare e sentirsi libero di esplorare lo spazio ed i materiali, oppure può aspettare e guardare sapendo che riceverà dall'adulto attenzione, accoglienza, ascolto, comprensione e il massimo rispetto per ciò che esprime e comunica.

Scopriamo la psicomotricità

Non immaginiamo un quadro più adatto per introdurre la Psicomotricità.

Perché una persona possa crescere forte, consapevole e integro ha bisogno di fare esperienza di alcune opportunità lungo il proprio percorso evolutivo, opportunità che costruiscono l'identità di un individuo:

  • essere visti e riconosciuti
  • essere accolti e compresi
  • essere aiutati a tollerare le frustrazioni e superare gli ostacoli

La psicomotricità si inserisce nell'ambito dell'aiuto alla crescita ed è una disciplina presente in differenti contesti dedicati all'infanzia; considera ogni bambino e ogni bambina con il proprio modo di esprimersi e attraverso il gioco integra tutte le aree di sviluppo: motoria, cognitiva, affettivo-relazionale, sociale.
Non educa, non riabilita o insegna ma ACCOMPAGNA e sostiene la scoperta della persona affinché la sua spinta vitale sbocci autonomamente.

Non si può spiegare il piacere di un bambino quando sente di farcela da solo: è una questione di fiducia, di tempo e rispetto.

Come funziona la psicomotricità?

Ma di cosa si compone concretamente questo tipo di intervento?

Per comprendere appieno cos'è, bisogna precisare che quando parliamo di movimento non si deve pensare solo alle abilità motorie, ma anche ad attività come il gioco e l'espressività corporea. L'azione infatti non è solo un atto motorio meccanico, ma comporta anche aspetti cognitivi, psicologici, emotivi e relazionali.

Da questi presupposti si sviluppa la psicomotricità, come disciplina che favorisce lo sviluppo in un contesto che privilegia il piacere del gioco, dell'azione, del movimento e della relazione. L'attività psicomotoria può essere quindi concepita come un facilitatore che incoraggia lo sviluppo del bambino, accompagnandolo nella costruzione della propria identità.

Se vi affacciaste in una stanza in cui si sta svolgendo psicomotricità potreste ritrovarvi ad assistere al momento iniziale, in cui i bambini si preparano all'incontro mettendo le calze antiscivolo e parlano delle accordi indispensabili per stare insieme nel rispetto reciproco o dei giochi svolti insieme; oppure potreste capitare quando sono in corso momenti di gioco senso-motorio in cui i bambini saltano, scivolano, si rotolano, pestano, strisciano… sperimentando il movimento e il piacere delle sensazioni corporee; o ancora potreste sentire il chiasso dello svolgimento di attività simbolico-narrative, notare costruzioni originali con teli e cubi, in cui mettono in scena il loro vissuto, le loro fantasie o parti di sé nascoste, giocando con le emozioni e gli intrecci unici che si formano grazie alla storia di ogni individuo del gruppo.

Sembra niente di diverso dai giochi del parco o nel salone delle proprie scuole: la differenza e la qualità dell'attività dipende dalla capacità di osservare quello che i bambini stanno comunicando, quali sono i bisogni e qual è il percorso che stanno portando avanti in quello spazio e in quel momento.

Scoprire la dimensione del gioco senso-motorio e simbolico

Nella dimensione del gioco senso-motorio e simbolico è possibile per ogni bambino e bambina esprimersi sempre liberamente e spontaneamente nel rispetto di sé e degli altri e lo psicomotricista si occupa di favorire la relazione con l'altro (coetaneo e adulto) fornendo gli strumenti necessari per affrontarla positivamente, diversificandoli in rapporto all'età.

La sala viene sempre appositamente attrezzata per offrire possibilità di gioco simbolico, sensomotorio, di costruzione, creazione e rappresentazione.

Non viene mai dimenticato quanto per ogni bambino sia importante mantenere, con le modalità a lui appropriate e per il tempo necessario, il legame di sicurezza con gli adulti che lo accompagnano.

I tempi costanti e cadenzati degli incontri, i diversi momenti dell'attività diventano punti di riferimento stabili e organizzatori temporali dell'esperienza: lo stesso luogo, le stesse persone, lo stesso giorno e la stessa ora, una volta alla settimana; le medesime fasi che si susseguono regolari in ogni incontro.

L'attività psicomotoria è completata da momenti di scambio e di aggiornamento con i genitori e, quando utile e richiesto dagli stessi, con chi nella scuola o in ambiti specialistici pubblici e privati si occupa del percorso di crescita del bambino o della bambina.

Si struttura così, a partire dal gruppo dei bambini un percorso psicomotorio ricco di possibilità e occasioni per affermarsi come individui, formulato a misura dei bambini:

  • perché possano riconoscersi come soggetti attivi di ciò che accade
  • per rispondere in primo luogo alle loro esigenze e competenze cognitive
  • attento al gioco come strumento e risorsa per sperimentare ed apprendere
  • che permetta una alfabetizzazione emotiva e l'autoregolazione

I bambini nello spazio della psicomotricità

Nel tempo che ho potuto trascorrere nello spazio della psicomotricità ho visto i bambini provare empatia, la frustrazione per la fine di un gioco, esplodere di meraviglia scoprendo un nuovo modo di fare le cose, li ho visti instancabili nel fare tentativi e ho riconosciuto la fatica di trovare le parole per raccontarsi, con sentimenti potenti e sinceri da urlare.

Bambini silenziosi e in ascolto, rumorosi per lasciare il loro segno, li ho visti credere con tenacia nelle proprie forze e abbandonarsi al piacere di un massaggio delicato, chiudere gli occhi per farsi trasportare.
Bambini che sperimentano con delicatezza i confini di uno spazio del tutto nuovo, che strappano le distanze e i limiti per renderlo più confortevole, che mi spiazzano proprio quando penso che stia andando come lo avevo immaginato.

Mi stupiscono per la grinta con cui trovano strategie nelle difficoltà, per la passione riservata ad ogni passo di ogni gioco, per la delicatezza con cui mi affidano le loro storie e la rabbia con cui combattono una ingiustizia, mi rendono fortunata quando mi capisco le loro domande.

Mi hanno accolta, lusingata, osservata, sono stati diffidenti quando ero incoerente e mi hanno insegnato a rigirare le carte in tavola e cominciare ogni nuovo gioco con il sospetto che potessi fare meglio.
In questo grande viaggio li vedo riempire le loro valigie con attrezzi che già possiedono, li vedo tenerli tra le mani con grinta e crearne di nuovi con materiali più resistenti.;

Sono stati imprevedibili, sempre.
E ogni volta mi insegnano quanto sia un peccato non concedersi un ruolo diverso –ogni tanto- nella propria vita, perché in effetti, mi hanno insegnato, la scelta apparteneva solo a loro.

Non ci sono saggi finali per il pubblico, in percorsi di questo tipo, ma io vi assicuro che ogni volta assisto ad uno spettacolo.

Stefania Somma, educatrice esperta in attività psicomotorie Isola
 

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