La sicurezza a teatro

Ogni anno come servizio di prevenzione e protezione siamo impegnati nel preparare i corsi che per Legge devono essere svolti per adempiere alle varie normative, in particolare all'Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011.

I problemi della formazione sulla sicurezza sul lavoro

Purtroppo ci sono diversi fattori che rendono queste formazioni poco incisive nel raggiungere l'obiettivo di formare e informare facendo crescere la consapevolezza dei rischi:

  • le normative sono ostiche, di difficile comprensione e molto spesso piene di rimandi ad altre leggi. Anche se esistono dei testi detti coordinati che fanno un “copia ed incolla” delle variazioni togliendo (con dei testi barrati) le parti soppresse, rendendo più leggibile la norma, comunque le normative restano molto spesso un ambito oscuro.
  • i corsi di formazione raccolgono di solito più lavoratrici/tori di varie tipologie di lavoro quindi, come molto spesso accade nei corsi di formazione specifica obbligatori secondo l'ASR, se si è ad esempio una educatrice dell'infanzia sarai informata sui rischi legate ad altre attività molto lontane dalla tua realtà lavorativa (vedi cantieri edili, problematiche della piccola o grande distribuzione), come anche a problematiche legate a macchine di cui ignoravi l'esistenza (vedi ad esempio i carri-ponte che tutto sono tranne dei carri che servono per fare i ponti).
  • aggiungiamo anche la motivazione delle lavoratrici/tori che molto spesso hanno una diversa percezione dei rischi che corrono in azienda e tendono a non dare la giusta importanza a questi momenti.

Esisistono alternative ai tradizionali corsi sulla sicurezza?

Poniamoci ora la domanda: “Sapendo tutto quello di cui sopra, perché i corsi di formazione continuano a svolgersi in questo modo? Ci sono alternative?”

In verità tutti gli addetti ai lavori, e i relativi formatori, da qualche anno stanno cercando strade nuove al fine di aumentare la consapevolezza delle lavoratrici/tori, migliorandone quindi la loro sicurezza.

È un lavoro che richiede tempo e una nuova vision da parte delle aziende che devono, a loro volta, cambiare approccio verso il personale.

Si sta cercando di passare da sterili approcci frontali ad approcci alternativi utilizzando, ad esempio, spettacoli teatrali o formazione unita a intrattenimento. Questo accanto a una diversa metodologia comunicativa volta a far riflettere le lavoratrici e i lavoratori non solo quando sono al corso di formazione ma anche di lasciare in loro un seme, o meglio un tarlo, che possa rimanere con loro anche quando vanno a casa.

Penso che questi nuovi approcci debbano essere accompagnati da altri più tradizionali come le “vecchie” ma sempre buone lezioni frontali meglio, in verità, se a loro volta omnicomprensive di formazione fatta direttamente in azienda (sul campo).

Quindi non voglio dire che l'aggiornamento dei rischi specifici possa essere sostituto da uno spettacolo teatrale di 6 ore ogni 5 anni, ma semplicemente che insieme dobbiamo tutti e tutte, formatori e formatrici, lavoratrici e lavoratori, impegnarci affinché cresca la consapevolezza dei rischi che corriamo al lavoro.

Valeriano Palermo, RSPP Seacoop
 

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