Tanti piccoli gesti quotidiani, che adesso ci mancano. Ancora a casa, a tempo indeterminato e in attesa di quel che sarà. Come tante altre realtà, il Centro Socio-Occupazionale “La Tartaruga” è ancora chiuso. Emergenza sanitaria COVID-19, tutto sospeso. In questa immobilità ci si ferma a riflettere. C'è tempo per farlo, tutto rallenta rispetto alla nostra vita ordinaria. Penso ai colleghi, a tutte le persone con disabilità cognitiva che frequentano la nostra realtà quotidianamente. E alle loro famiglie. A quel che ci manca e che dovremo recuperare. Non appena sarà possibile.
Tanti volti, tante immagini, il senso di un percorso costruito insieme nel corso degli anni. Lo stare insieme, tutti i giorni. Gli affetti, le relazioni, quegli spazi fisici e metaforici da condividere in tutti i momenti. L'unicità di ogni persona ed il bisogno di riconoscimento, la condivisione delle emozioni. E, soprattutto, il crescere insieme. Aiutarsi, sapere che c'è qualcuno che ti darà una mano quando ti capiterà una brutta giornata. E viceversa. Nel gruppo i singoli crescono, dal confronto con l'altro possono imparare a conoscere se stessi, a superare i propri limiti.
Tante immagini di volti che è bello ricordare, in attesa di poterci rivedere. Espressioni sorridenti, perplesse o preoccupate. Tante emozioni diverse, con le loro sfumature ma tutte ugualmente importanti. Il sale di ogni giornata. Episodi significativi, divertenti, a volte complicati. Penso a quello che era il nostro quotidiano, fino a poco tempo fa. La soddisfazione delle persone nel fare le cose, nel dare il loro contributo. La voglia di esserci e partecipare.
Altre immagini: le galline del Pollaio Sociale e la loro cura quotidiana. Le apprensioni del gruppo per il loro benessere e l'incredulità per le idee più originali: “Cioè mettiamo la musica alle galline? Dai va là, ma che dici? Ti pare che ci credo?... Sempre a scherzare te ne stai tu, eh…”. Le uova da preparare per i nostri clienti, l'entusiasmo nell'accoglierli al loro arrivo e la soddisfazione per il lavoro fatto. Le preoccupazioni per i problemi da risolvere insieme, la voglia di fare bene.
Stessa cosa nel coltivare una pianta e raccoglierne i frutti. Dal seme alla cassetta di verdura, da preparare per i nostri clienti. Con l'idea di veicolare un messaggio ecologico, nel senso più ampio del termine. Rispetto per le persone e per l'ambiente. Verdure coltivate in modo naturale, per mangiare cose sane. Ed essere orgogliosi perché arrivano persone che apprezzano il nostro lavoro.
E ancora i laboratori di oggettistica in ceramica, legno e carta riciclata, con l'idea di costruire oggetti che ci piacciano e che possano piacere all'esterno. Sviluppare la manualità e la creatività delle persone, fare un lavoro che dia soddisfazione e riconoscimento. Bomboniere per i bambini, cucce in legno per gli animali, biglietti in carta riciclata: si sperimenta insieme, condividendo tutte le fasi della lavorazione. Ognuno con le proprie capacità, mettendoci il suo mattoncino. E sostenendoci in caso di bisogno.
L'abbiamo pensata così e così cerchiamo di immaginarci un futuro, pur tra tutte le difficoltà che sono inevitabili in un percorso di crescita. Favorire l'inclusione sociale e costruire una identità di gruppo. Valorizzando, all'interno di essa, le identità individuali che caratterizzano ogni persona che ne faccia parte. Riconoscerci in quel che facciamo, e soprattutto in come lo facciamo. Un obiettivo difficile, indubbiamente.
Ma è quello a cui vogliamo credere. Forse anche un concetto diverso di qualità, nel fare le cose.
Sono giornate difficili, mi faccio tante domande. Poi come sempre, da tanto tempo a questa parte, la motivazione arriva sempre dal gruppo. Via telefono, o con videochiamata. Di questi tempi, tocca accontentarsi. Quando sento persone che raccontano la voglia di ripartire, che mi chiedono in continuazione quando possiamo rivederci, o come stanno le galline, o se posso salutar loro amici ed operatori, mi vien da pensare che forse qualcosa di buono lo stiamo facendo. O perlomeno che la direzione sia quella giusta. Quando sento che mi dicono “mi manca tanto la Tartaruga”, oppure me lo riferiscono le famiglie. E poi mi chiedono dei mercatini, delle bomboniere, delle feste che faremo. Degli ordini dei nostri clienti. “Ti ricordi che dobbiamo ancora piantare le zucchine…? Quando lo facciamo?”.
Capita di cogliere, in certe frasi, un senso di appartenenza che pare importante e significativo per il benessere di ogni persona. Quello che abbiamo sempre cercato di favorire e costruire insieme. Da tanti anni, giorno per giorno. Un primo, significativo, obiettivo raggiunto. Solo l'inizio di un percorso, ma pur sempre la confortante sensazione di essere sulla strada giusta. Aiuta, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. In attesa di ripartire, di riprendere il percorso interrotto. E recuperare quel che adesso ci manca. Piccoli gesti quotidiani.
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